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a cura di Cinzia Forino

MERCEOLOGIA ALIMENTI
   CARNI
      PRINCIPI NUTRITIVI
      CLASSIFICAZIONI
      CARNI ROSSE E BIANCHE
      CARNI NERE, SELVAGGINA
      ABBINAMENTI CON IL VINO

PRINCIPI NUTRITIVI E LE CLASSIFICAZIONI

Con il termine "carne" si intendono tutte le parti commestibili provenienti da carcasse di animali macellati.

Dal punto di vista strutturale la carne è composta da questi elementi:
  • Massa muscolare: è la parte più importante della carne;
    normalmente tende ad indurirsi durante la cottura, questo spiega il fatto che i tagli più pregiati richiedono tempi di cottura piuttosto rapidi

  • Tessuto connettivo: formato da collagene ed elastina; quando è presente in grande quantità richiede una cottura lenta e prolungata.

  • Tessuto adiposo: esiste nella forma di
    • il grasso viscerale, interno che non è interessante dal punto di vista alimentare, poco pregiato, talvolta amarognolo;
    • il grasso sottocutaneo particolarmente sviluppato nella carne suina (lardo, proveniente principalmente dalla regione lombare).


Dal punto di vista del colore le carni si classificano in tre grandi famiglie:

Carni Bianche:vitello, coniglio, pollo, tacchino, suino, struzzo, capretto .
Carni Rosse: vitellone, bovino adulto, cavallo, montone, bufalo, bisonte.
Carni Nere: selvaggina, da piuma e selvaggina da pelo.


Per taglio si dividono in:

1ª categoria - Regione lombare, massa muscolare della coscia - si tratta dei tagli classici e migliori in quanto hanno un giusto equilibrio tra quantità di massa muscolare e contenuto di grassi.
2ª categoria - Regione costale, spalla - sono tagli di carne più saporita utilizzata per bolliti, brasati, stufati e spezzatini.
3ª categoria - Petto, garretto, coda, collo ,parte addominale, estremità degli arti.


A livello Europeo, esiste anche una classificazione sulla base delle

  • conformazione della bestia:
- E eccellente
- U ottima
- R buona
- O abbastanza buona
- P mediocre

  • ingrassamento della bestia:
- 1 completamente magra
- 2 appena coperta di grasso
- 3 copertura lieve di grasso
- 4 copertura pronunciata di grasso
- 5 molto grassa (carni non destinate al mercato)


Esiste anche una classificazione in base alla quantità di grasso presente nella carne:
  1. Carni venate, se presentano pochissime venature di grasso
  2. Carni marmorizzate o marezzate, se presentano delle venature più pronunciate
  3. Carni prezzemolate, se la presenza di grasso è molto evidente, talvolta eccessiva



LE CARNI BIANCHE E LE CARNI ROSSE

La carne Bovina
Rappresenta la tipologia più consumata.
A secondo del momento della macellazione, si suddivide in tre categorie:

- Vitello se la macellazione avviene entro 6 mesi - si tratta di carne bianca, tenera e presenta una leggera infiltrazione di grasso.

- Vitellone se la macellazione avviene entro 18 mesi - si tratta di carne dal colore rosso non molto scuro, abbastanza tenera e con una media presenza di grasso.

- Bovino Adulto se la macellazione avviene dopo 18 mesi - si tratta di carne dal colore rosso scuro, non molto tenera e con buona presenza di grasso.


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Le carni Caprine e Ovine
Si possono distinguere in:

- Animali da latte se macellati dopo 3-4 settimane e alimentati solo con latte

- Agnello se macellati dopo 8-10 settimane con alimentazione varia

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La carne Equina
Rappresenta una carne dall'alto valore nutritivo, consigliata nella cura dell'anemia.
La particolare abbondanza di zuccheri gli conferisce un sapore dolciastro e negli animali giovani, le carni sono molto tenere e delicate.


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La carne Suina
Rientra nella tipologia delle carni bianche, generalmente ricca di grasso.
Esistono due gruppi:

- I suini pesanti allevati per la produzione di prodotti di salumeria

- I suini leggeri allevati per la produzione di carne fresca da consumo, con una quantità di grasso inferiore.



SELVAGGINA
La selvaggina sia dal punto di vista gastronomico che merceologico si definisce Carne nera.
      E' naturalmente una denominazione puramente teorica, ma aumenta la percentuale di mioglobina e abbiamo quindi una colorazione particolarmente intensa di queste carni.
      Ai fini dell'abbinamento però la colorazione ci interessa poco, mentre il fattore organolettico che ci interessa di più è una intrinseca e forte aromaticità. Quando si parla di aromaticità non si intende solamente l'aggiunta di erbe aromatiche ma soprattutto quella che alcuni prodotti hanno in proprio (come ad esempio i formaggi che vanno valutati come aromaticità intrinseca anche se non abbiamo aggiunto aromi).
      La stessa cosa avviene anche per alcune carni ed in particolare per la selvaggina, a prescindere dal fatto che ormai la selvaggina vera ormai non esiste più perché tutto ciò che noi oggi comperiamo o consumiamo come tale è al 99% un prodotto di allevamento. Ciò non vuol dire che sia appiattito con sapori uguali ad altre carni da macello, però indubbiamente quelle intensità di aromi e strutturali che facevano sì che queste carni avessero bisogno di settimane di preparazione per la frollatura e la marinatura, ormai non esistono più. Parlare di animali allo stato brado, che quindi hanno un tessuto connettivo particolarmente coriaceo, è qualcosa che sta scomparendo quasi del tutto.


Nell'ambito della selvaggina è quindi mutato anche il concetto di abbinamento: vini come il Barolo e l'Amarone si sono alleggeriti e ammorbiditi perché venivano a mancare proprio questi prodotti dalla grande intensità aromatica, sono cambiati i vini esattamente come è cambiata la cucina, mangiamo più leggero, più magro e più rapidamente.

Un po' parallela a quanto avviene tra carni bianche e carni rosse, parliamo di una distinzione tra
selvaggina da piuma e selvaggina da pelo.


La selvaggina da piuma è tutto ciò che riguarda la parte ornitologica, ovvero
          fagiano, quaglia, starna, piccione, anatra,
più una serie di animali definiti avicoli, o avicunicoli, cioè allevati in cortile, come
          oca, anatra, faraona, pollo (detti pollame), tacchino.

La selvaggina da pelo si trova allo stato brado e comprende
          cinghiale, cervo, daino, lepre, camoscio, capriolo
ma anche in allevamento come
          coniglio, cinghiale


Il pollame comprende varie categorie:
  • gallina, carni dure, cotture lunghe in acqua
  • galletto, carni tenere, cotture brevi
  • pollo, rosticceria
  • cappone, carni grasse, brodi e arrosti
L'allevamento può avvenire in tre forme:
  • a terra, gli animali razzolano liberi, le carni sono consistenti e gustose
  • in batteria, gli animali vivono in gabbia, le carni sono flaccide e grasse
  • a sistema misto, gli animali vivono 1 mese in batteria, poi a terra



L'Abbinamento con il vino

      Come in tutti gli alimenti, anche la carne ha un elemento gustativo predominante che la contraddistingue. Il suo carattere principale è la succulenza, soprattutto indotta, ma troviamo anche una tendenza dolce che può essere più o meno forte a secondo del tipo di carne. Altri caratteri come l'aromaticità, la grassezza, la speziatura, sono elementi che variano con il condimento o la salsa con cui il piatto è servito.
      La tecnica di abbinamento per contrasto (es:AIS, ci insegna che la succulenza di un cibo deve essere contrapposta alle percezioni di astringenza del vino, quelle cioè fornite dall'alcol e dai tannini. Infatti questi, oltre a conferire corpo e struttura al vino, hanno una funzione disidratante, cioè riducono la salivazione creando astringenza. Ne consegue che più la carne ha una succulenza intrinseca o indotta, maggiore dovrà essere l'effetto essiccante del vino.
      Con carni di pollame, molto duttili e dal sapore delicato, possiamo accostare un bianco abbastanza alcolico o un rosso di medio corpo con pochi tannini, ma se parliamo di anatra preparata con una salsa importante, possiamo prendere in considerazione un Pinot Nero, un Syrah o un Primitivo.
      Bianchi ben strutturati come un Vermentino di Gallura o un buon Frascati Superiore, accompagnano molto bene un porcetto sardo o una porchetta di Ariccia.
      Delle scaloppine ai funghi champignon, possono essere gustate con un Marzemino, ma se i funghi sono porcini possiamo provare con uno Chardonnay con leggero passaggio in legno, oppure con un Valtellina Superiore Grumella.
      Se parliamo di carne grigliata, dobbiamo tener presente di una certa tendenza amarognola che il tipo di cottura comporta, ed ecco che abbiamo bisogno di un vino rosso fruttato, giovane, fresco e morbido come potrebbe essere un Chianti, oppure saggiamo un Cirò rosso o un Rosso di Montepulciano.
      Perchè poi non provare un Angus o un filetto di carne Argentina con uno Zinfandel?
      Un Dolcetto andrà benissimo con una piatto di carne cruda battuta, cosparsa di scaglie di tartufo nero, ma anche con un coniglio arrosto.
      Con carne di agnello possiamo abbinare un Aglianico del Vulture o un Montepulciano d'Abruzzo.
      Con carni più saporite di capretto e montone, abbiniamo vini più morbidi ma austeri come un Barbaresco che possiamo provare anche con selvaggina che ha un sapore più forte ed una persistenza maggiore. In effetti possiamo accompagnare un Amarone della Valpolicella ad una preparazione di carne di daino in salsa di frutti di bosco.
      Nella strutturazione di un abbinamento con la selvaggina bisogna tener conto in parte della succulenza e dell'aromaticità delle carni, ma soprattutto del tipo di preparazione che normalmente prevede abbondanti sughi di cottura.
      Quindi con la selvaggina scomodiamo i grandi rossi che hanno un carattere molto alcolico e tannico e una grandissima PAI (persistenza aromatica intensa), anche perché questa forte aromaticità intrinseca viene incrementata con l'aggiunta di chiodi di garofano, ginepro, pepe e altro.



Indietro/Back Chiudi/Close Avanti/Next Stampa/Print 26-09-2009 13:32